La tredicenne “Sandra” è rinchiusa in modo evasivo dal 9 maggio.
Ogni contatto con le persone che conosce viene interrotto. Eccezione: padre e madre possono effettuare telefonate monitorate. Nessun contatto personale. Non riceve nemmeno i suoi effetti personali o i suoi vestiti. Con noi Sandra frequentava regolarmente la scuola, aveva un abbonamento al treno, il suo monopattino, poteva chiamare e mandare e-mail a qualsiasi ora, aveva compagni di scuola e amici.
Poteva muoversi liberamente. Non ha niente di tutto questo oggi.
Ma non è la giustizia argoviese, che ha imposto questa indicibile carcerazione mediante rapimenti da parte della polizia, ad essere accusata di sottrazione di minori, bensì io e mia moglie. Perché la magistratura argoviese, il giudice capo Marbet, l'“assistente” Bösehart, agiscono in modo così disumano? Abbiamo solo una spiegazione: la volontà di questa ragazza forte e sicura di sé deve essere spezzata. Perché ciò che è già successo prima non si ripeta. Il tentativo di deportare Sandra in Brasile il 10 maggio è fallito a causa della disperata resistenza fisica della 13enne. Promemoria: Sandra è cresciuta nel cantone di Argovia, è cittadina svizzera e il suo unico crimine è quello di voler restare in Svizzera.

padre adottivo di
Münchwilen TG